Squilibri Nord/Sud

Hanno detto ... /1

Nitti era l'uomo che dimostrò quante tasse in più avessero versato i meridionali rispetto agli altri italiani nei primi 25 anni del regno unito. Fu l'uomo che cercò di promuovere leggi speciali, come incentivi alle iniziative dei singoli. Niente pianti, ma iniziative, attività. Perchè sui nostri limiti economici e ritardi, dopo l'esame delle cause storiche, dopo l'analisi delle responsabilità, occorre rimboccarsi tutti le maniche. Allora, come oggi

Gigi Di Fiore

Hanno detto ... /2


«Non ci si dedichi a esercizi improbabili, per non dire del tutto campati in aria, di nostalgismo meridional-borbonico»

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

 

 

Hanno detto ... /3


La «miseria» del Mezzogiorno era «inspiegabile» storicamente per le masse popolari del Nord; esse non capivano che l’unità non era avvenuta su una base di uguaglianza, ma come egemonia del Nord sul Mezzogiorno (...), cioè che il Nord concretamente era una «piovra» che si arricchiva alle spese del Sud e che il suo incremento economico-industriale era in rapporto diretto con l’impoverimento dell’economia e dell’agricoltura meridionale. (CONTINUA)

Antonio Gramsci


Il video







Il libro



Senza il Sud, l'Italia sarebbe più ricca, e crescerebbe di più. Le regioni del Sud inghiottono senza frutto un fiume di risorse pubbliche. Sono soldi sprecati, sottratti all'Italia che produce ed è costretta a mantenere i meridionali. Sono soldi che finiscono nelle mani di politici corrotti e organizzazioni criminali. D'altronde i meridionali sono diversi dagli altri italiani: non hanno senso civico, sono familisti, hanno storia e cultura a sé. Questi sono gli argomenti del teorema meridionale. Che ha una sua logica. Ma è falso. Questo libro dimostra perché.

Suggerirei a tutti coloro che ancora credono alla favola del Nord ricco perché laborioso, che si rimbocca le maniche, in contrapposizione ad un Sud povero solo perché parassita e sfaticato, di dare un'occhiata ai dati pubblicati dall'ISTAT (qui un estratto) ed al relativo articolo del Sole 24 Ore sulla enorme e vergognosa differenza di servizi (qui il caso della Sanità) tra settentrione e meridione d'Italia frutto di decenni di investimenti statali del tutto squilibrati (vedasi i tanti grafici presentati in questo sito).

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Anche per BankItalia il Sud si è impoverito dopo l'unità d'Italia


l’arretratezza evidente del Mezzogiorno alla vigilia della Grande Guerra non era stata ereditata dalla storia preunitaria

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Casa mia


(...) Conosco un posto descritto così, e che non era così, e che mi rifiuto di pensare non possa essere altro.
Quel posto è casa mia. A noi, questo fu fatto.

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Il Regno di Napoli era come la Germania


(...)
Insomma, a voler utilizzare le categorie di oggi, il Regno di Napoli economicamente era per l'Italia quello che oggi la Germania è per l'Eurozona. «Come il Regno di Napoli prima dell'integrazione del debito sovrano, la Germania di oggi è l'economia più forte dell'eurozona e beneficia del costo del debito più basso in assoluto» scrive Collet (...) Del resto, come ricorda Collet, Napoli era di gran lunga la città più importante del neonato Regno d'Italia. E le regioni del Sud avevano una discreta struttura industriale, un'agricoltura fiorente sia pure basata sul latifondismo, e importanti porti.

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